Il sistema educativo di don Bosco, di fatto, a partire dagli anni ’50 del Novecento, è stato studiato e descritto non sulla linea delle idee e delle “dottrine” pedagogiche, ma collocandolo nel suo contesto culturale, religioso e sociale, mettendo in relazione idee e fatti, quadri mentali e scelte operative.
Mi è stato chiesto di illustrare, dal punto di vista storico, il Primato del religioso cristiano nella pedagogia di don Bosco. L’approccio al tema è determinato dal problema discusso in questo XXV Colloquio – Educazione e Laicità –, ulteriormente precisato nella domanda: Come si situa l’educazione salesiana nel panorama europeo odierno, caratterizzato dalle due tendenze della secolarizzazione/laicismo e dal risveglio religioso?. Il sottotitolo che mi è stato proposto (Tra rigidità negli scritti e flessibilità nella prassi) è già un’interpretazione, una presa di posizione, che rispecchia sia la problematiche in cui si viene a trovare l’istituzione salesiana nell’Europa di oggi, sia la prassi prevalente nelle nostre opere educative, sia – presumo – la posizione di chi ha organizzato l’incontro. Nel mio intervento cerco di riflettere proprio su questa interpretazione.
Indice
- 1. I quadri mentali di don Bosco
- 2. La Religione, cemento della società e fondamento della moralità
- 3. La singolarità del “metodo” di don Bosco
- 4. Una pedagogia cristiana dai forti toni confessionali
- 5. Religione e civiltà (Religione è civiltà)
- 6. In conclusione
Periodo di riferimento: 1846 – 1982
A. Giraudo, “Il primato del religioso cristiano nella pedagogia di don Bosco. Tra rigidità negli scritti e flessibilità nella prassi”, in “Forum salesiano”, 16/01/2020, <https://sites.google.com/site/