Invero il buon Michele, definito, come leggemmo, buono di cuore, ci presenta, tra i lineamenti del suo bollènte temperamento, quella forma di buon cuore che si chiama generosità, nella quale cioè si contiene il lavoro volitivo di una virtù attiva; quello di donarsi, di spendersi per gli altri.
Se pensiamo che la bontà o buon cuore e la purezza sono i due perni sui quali poggia essenzialmente l’azione educativa di Don Bosco, noi intendiamo agevolmente perché Egli s’indugi con visibile compiacenza a segnare tutti i particolari della carità di questo suo discepolo, e le manifestazioni della sua bontà. E, così di passaggio, vorrei che si notasse il fatto pedagogico di codesta diligenza di osservazione da parte del Santo Maestro : egli non è sempre visibile, ma vede tutto e registra tutto.
INDICE
- Capo IV. Il cuore
- Capo V. Le ascensioni
- Capo VI. Al Paradiso
- Capo VII. Il lavoro di Don Bosco
Periodo di riferimento: 1861 – 1884
A. Caviglia, “Il « Magone Michele », una classica esperienza educativa (Continuazione del fascicolo precedente)” in «Salesianum», 11 (1949), 4, 588-614.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)