L’unico tributo di un certo valore fu l’articolo: Le dernier survivant, nel Bulletin Salésien (Mars 1930, pp. 65-70) uscito dalla penna di Don Auffray, anche se l’articolo non è firmato. Le Letture Cattoliche, di cui per molti anni era stato direttore, e in cui sotto il nome di Galantuomo aveva scritto nell’Almanacco annuale, imitando il Padre, ne diedero un profilo nel Galantuomo del 1931 (pp. 90-100), aggiungendo l ’ultima sua composizione poetica, dal titolo: « Don Bosco è ritornato! » (pp. 101-102).
Ma anch’esso dipende, in massima parte, da ciò che scrissero Don Rinaldi e Don Auffray. Don Rinaldi scrisse scultoriamente: « Con la sua morte si è stroncato il filo d’oro che univa i primi tempi dell’Oratorio ai giorni nostri, ed è scomparso il genuino rappresentante della gaiezza, dell’attività, della santità e delle tradizioni di quei tempi lontani, pieno d’affetto per questa Casa e per quanti son passati in essa, che da ritrovo di gente di malaffare si trasformò sotto i suoi occhi in cittadella di Maria SS. Ausiliatrice ».
INDICE
- I. Introduzione
- II. Brevi cenni biografici
- III. Umanista e poeta
- IV. Bibliografia
Periodo di riferimento: 1838 – 1930
E. Valentini, “Giovanni Battista Francesia scrittore” in «Salesianum», 38 (1976), 1, 127-167.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)