La missione dei salesiani nei paesi musulmani conduce oggi a riflettere su diversi aspetti dell’educazione e del “metodo preventivo” di don Bosco.
Il presente intervento si propone proprio di riflettere sulle basi pedagogiche di tale metodo e sulla sua applicazione in un ambiente non cristiano, in particolare a seguito degli eventi degli ultimi anni – i sommovimenti andati sotto il nome di Primavera araba – che hanno visto il risveglio della coscienza politico democratica e si sono fatti portatori di una tensione verso la conquista di nuovi diritti per i cittadini islamici.
Da tale punto di vista, risulta preminente l’opera educatrice dei salesiani che si impegnano nel formare, non dei buoni cristiani, ma certamente dei buoni cittadini, ponendosi come guida per i giovani, rispettando e promuovendo il riconoscimento dei propri diritti, la loro personale libertà di fede, d’opinione e, persino, di affermazione e di dissenso. In poche parole, il metodo preventivo dei salesiani può incidere all’interno del mondo islamico in quanto presenza dialogica, che sollecita un confronto interculturale di vitale importanza, soprattutto in considerazione del pluralismo stesso che accompagna la religione islamica, anche all’interno di uno stesso paese.
INDICE:
- 1. L’educazione salesiana nei paesi islamici
- 2. Il sistema dell’istruzione e l’Islam
- 3. La Primavera araba e i diritti dell’uomo
- 4. Le basi del “metodo preventivo”
- 5. Conclusione
Periodo di riferimento: 1990 – 2015
S. A. Emad, L’attualità pedagogica di don Bosco nei paesi islamici, in «Salesianum», 77 (2015), 1, 187-200.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)