Don Bosco fu fondatore di congregazioni religiose, costruttore di chiese, consigliere ascoltatissimo di principi ed autorità, servo prezioso dei Papi, scrittore, creatore di missioni lontane, taumaturgo e veggente! Ma tutti questi titoli di gloria scompaiono di fronte a quello di educatore. Nella serie dei santi, il suo posta è con S. Filippo Neri, S. Girolamo Emiliani, S. Giuseppe Calasanzio, S. Pietro Fourrier, S. Giovanni Battista de La Salle: con questi uomini che hanno consacrato la loro vita alla educazione della gioventù.
Egli fu educatore nel duplice senso della parola. Anzitutto perché egli mise direttamente le mani in pasta; e, per circa quarant’anni, fu visto prodigare ai suoi figli, nei suoi ospizi, l’istruzione che illumina lo spirito, la dottrina che converte i cuori e la disciplina paterna che tempra la volontà. Poi perché, illuminato dalla lunga esperienza, sul finir della vita, raccolse in poche pagine l’essenza della scienza che egli aveva acquistato e già sbocconcellata ai suoi primi discepoli. La dottrina che ne uscì è tutto il suo sistema pedagogico: che noi presentiamo a grandi tratti.
Alla base, come elemento essenziale, pero non esclusivo, un’assistenza continua, non oppressiva, perché lascia che il fanciullo liberamente si sviluppi, si manifesti, si espanda; e solo gl’impone quel tanto di disciplina necessaria al funzionamento regolare d’una casa di educazione. Su tutto il resto chiude gli occhi.
E perché questi teneri virgulti abbiano tutt’attorno il calore e la luce di cui necessitano per fiorire, l’educatore salesiano avrà somma cura di circondarli d’una atmosfera permanente di gioia. È dalla gioia che egli s’attende lo sbocciar delle anime, la fuga della noia, il fremito della vita; è nella gioia che egli farà amare il dovere, e che indurrà soprattutto questo tenero cuore alla confidenza e all’abbandono.
Il sistema salesiano è tutto qui: conquistare il cuore del giovane. Come? Facendosi amare. E in che modo? Sopprimendo ogni castigo corporale e ignominioso, colmando le distanze tra allievo e maestro, partecipando con tutta familiarità ai giochi, alle pene, alle preoccupazioni del ragazzo, così che questi non solo veda, ma senta di essere amato. Senza amore non vi è confidenza, e senza confidenza non vi è educazione.
INDICE
Introduzione (Il titolo più glorioso – Il sistema – «Nihil novi…» – Tenerezza cristiana – Il profumo del Vangelo) – p. 5
- Un grande educatore (Premessa indispensabile. – I primi anni – Il sogno fatidico – Dal sogno alla realtà – Per la via del sacerdozio – Sacerdote – L’ora di Dio – La sua missione – Fonti della sua pedagogia – Frutti del suo sistema) – p. 15
- Il sistema preventivo nell’educazione (Certi faciloni – I due sistemi – L’antitesi – Un’obbiezione – Due pitture – I castighi – Come in famiglia) p. 41
III. La libertà nell’educazione (Estremi – La via di mezzo – Libertà di azione – Confidenza – Iniziativa – Nessuna costrizione – Come la grazia) p. 53
- La gioia nell’educazione (Perno d’azione – «In hymnis et canticis!» – Sorgente di vita – Contro le mistificazioni – Il bene proprio – Giovinezza, giovinezza!…) p. 67
- L’autorità- nell’educazione (Il problema – Un’autorità indispensabile: quale? – L’amore – Dati di fatto – Rivelazioni) p. 79
- La pietà nell’educazione (Il gran segreto – Sodezza di dottrina – Nella Casa di Dio – Contatti di vita – Arma e scudo – Figli prodighi – Sante legioni) p. 87
VII. Il peccato originale nell’educazione («In medio virtus» – Pedagogia giansenista – Pedagogia di Rousseau – San Giovanni Bosco) p. 97
VIII. «Nihil novi sub sole» p. 107
Due fiori di Paradiso sbocciati nel giardino di S. Giovanni Bosco (Il Ven. Savio Domenico: L’incontro con S. Giovanni Bosco – All’Oratorio. Mirabili ascensioni – Il dono della preghiera – La morte – Magone Michele: Gigante nella lotta – Pronto pel Cielo) p. 123
Periodo di riferimento: 1929 – 1934
Augustin Auffray, La pedagogia di S. Giovanni Bosco, Torino, Società Editrice Internazionale, 1934.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB