I fatti del 1821 rappresentarono, nelle loro riflessioni, la presa di coscienza della necessità di un approccio diverso e più realistico alla situazione politica che, abbandonate aspirazioni velleitarie, favorisse un’azione di consolidamento istituzionale e di graduali riforme e un paziente lavoro di formazione dell’opinione pubblica, sulla linea perseguita da Prospero Balbo.
Nello scontro con la realtà ci si rese conto della fragilità del costituzionalismo democratico piemontese e della sua sottovalutazione della potenza austriaca in Italia, elementi che avevano alimentato tragiche illusioni e frenato l’evoluzione in senso liberale. Era necessaria una più matura elaborazione teorica e un orientamento di segno moderato: in questa direzione si avviarono le riflessioni politiche degli spiriti più illuminati.
Periodo di riferimento: 1821
A. Giraudo, Ragioni e prospettive del conservatorismo moderato di Cesare d’Azeglio in un memoriale al re Carlo Felice (1821), in Annali di Storia moderna e contemporanea, 2002, 8, 223-261.