La ragione, la “ragionevolezza” permea tutto l’ambiente e lo stile educativo di Don Bosco; soprattutto nell’ambito dell’educazione religiosa dove al sentimentalismo pietistico egli vuol sostituita una “pietà” convinta, cosciente, fondata su una impegnativa e seria “istruzione” religiosa.
Ma di “ragione” è, soprattutto, satura l’amorevolezza. Ragione significa, anzitutto, razionalità, guida della vita spirituale attraverso la chiarezza delle idee e della verità e non mediante la suggestione o la pressione emotiva e sentimentale. In questo senso, essa costituisce un elemento essenziale della carità soprannaturale e dell’autentica amorevolezza, che non dev’essere puro slancio affettivo e istintivo.
Ma ragione, “ragionevolezza”, nella concezione vissuta da D. Bosco, è anche buon senso, semplicità, rifuggire da ogni artificio e da ogni “montatura”. Essere “ragionevoli” educativamente significa, allora, evitare stranezze, artifici, complicazioni. Lo vuole il clima della famiglia e di ogni convivenza normale.
Lettura del brano su don Bosco: “Ragione e pedagogia religiosa del Sistema Preventivo” di Pietro Braido
Gli educatori, tramite la presenza costante in mezzo ai giovani, attivano, sostengono e orientano con loro un sistema di relazioni che costituisce la base fondamentale per promuoverne la crescita personale culturale, sociale, professionale. Tale sistema di relazioni può essere riletto nella sua qualità valorizzando in termini aggiornati la tradizionale formula ragione-religione-amorevolezza. Su questa base è possibile anche delineare alcune linee di sviluppo di un processo formativo degli educatori.
Si tratta, infatti, di promuovere una conversazione protratta nel tempo, che coinvolga sia la relazione tra gli educatori, sia quella tra educatore e giovani, sia quella dei giovani tra di loro, sia quella con il contesto ambientale, sociale e culturale di appartenenza. In tale conversazione la rilettura della ragione, tradizionale guardiano della religiosità e dell’affettività, sembra potersi interpretare, valorizzando un’espressione salesiana tradizionale: la ragionevolezza. La rilettura della religione, come fonte ispiratrice di senso e di motivazione profonda, sembra portare a una riconsiderazione di alcuni tratti della spiritualità giovanile da promuovere. La rilettura dell’amorevolezza sembra orientare non solo verso un uscire da sé nella ricerca del bene degli giovani e verso una sua valorizzazione nell’incontro con loro, ma anche verso la ricerca di una reciprocità affettiva, secondo la nota frase di don Bosco: studia di farti amare
Lettura attualizzante: “I caratteri ispiratori di un sistema di relazioni coerente con la tradizione salesiana (ragionevolezza, spiritualità, reciprocità)” di Michele Pellerey
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