Mario Fissore esamina un caso molto interessante, sia sotto il profilo della tradizione del racconto sia sotto quello dell’utilizzo formativo: il caso di don Giulio Barberis, che ebbe un ruolo di primo piano nella registrazione e nella valorizzazione dei sogni, lasciando quattordici quaderni di appunti sui sogni e altro materiale, non ancora studiato. Fissore, lavorando sulle fonti, documenta lo sviluppo della trasmissione del cosiddetto sogno del nastro e di quello del pergolato di rose e l’utilizzo formativo che il Barberis ne fece nelle sue conferenze ai novizi, sviluppandone i ricchi stimoli spirituali e le implicanze ascetico-morali.
SOMMARIO:
- 1. Prime raccolte di sogni
- 2. L’origine misteriosa del luogo di fondazione: testimonianze precedenti
- 2.1. La narrazione delle cinque visite (1864)
- 2.2. Il sogno delle tre fermate narrato nelle Memorie dell’Oratorio (1873)
- 2.3. Il sogno del nastro registrato nelle notizie varie dei primi tempi dell’oratorio (1875)
- 3. Il sogno del pergolato di rose
- 3.1. La quinta visita narrata da Bonetti e Ruffino (1864)
- 3.2. “Rose e spine” nelle conferenze generali del 1868 e del 1869)
- 3.3. La lettera memoriale di don Barberis a don Bosco (1875)
- 4. La presentazione dei due sogni in prospettiva formativa
- 4.1. Il valore della fedeltà alle origini
- 4.2. Il pergolato come cammino vocazionale sotto il segno di Maria
- 5. Conclusione
Periodo di riferimento: 1815 – 1888
M. Fissore, “Recezione e trasmissione dei sogni di don Bosco da parte di don Giulio Barberis: due episodi singolari”, in A. Bozzolo (a cura di), “I sogni di don Bosco. Esperienza spirituale e sapienza educativa”, LAS, Roma 2017, 497-536.