La vita di Domenico Savio (1859) e i profili biografici di Michele Magone (1861) e Francesco Besucco (1864) sono tra i documenti pedagogici più significativi di don Bosco, efficaci rappresentazioni narrative delle convinzioni e della pratica formativa del santo, nel primo ventennio di attività nell’Oratorio di Torino. Offrono gli elementi essenziali per comprenderne il messaggio educativo: la religiosità come centro unificante e vitalizzante; la comunanza paterna e fraterna di vita dell’educatore con gli allievi; l’intreccio dinamico di amore, letizia e impegno; l’efficacia del coinvolgimento attivo dei giovani nella comunità. Queste Vite sono considerate «una sintesi pedagogica già matura, nella quale il divino e l’umano, il soprannaturale e il naturale, dovere e gioia, con modalità tipologiche diverse, raggiungono una perfezione che è caratteristica nel sistema educativo di don Bosco» (P. Braido). Sono anche documenti autobiografici di grande efficacia rappresentativa. Ci permettono di osservare don Bosco educatore cristiano in azione; ci introducono nelle sue visioni; ci mettono in contatto con le sue aspirazioni; ci svelano lo sguardo meravigliato, affettuoso e insieme rispettosissimo, rivolto ai giovani protagonisti.
Periodo di riferimento: 1873 – 1875
A. Giraudo, Le “Vite” di giovani scritte da Don Bosco, Roma, 2011.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)