Martedì 6 Don Rinaldi è stato ricevuto dal Santo Padre Pio XI, che lo trattenne in udienza intima dalle 19,15 alle 20,15, un’ora precisa, piena per lui d’indescrivibile consolazione. Da ogni sua parola traspariva una stima e venerazione profonda per il Venerabile Padre e una grande fiducia nell’Opera Salesiana; e tanta era l’intimità con cui parlava, che in certi momenti gli sembrava di essere con Don Bosco medesimo, il quale non avrebbe potuto trattarlo con più dolce paternità.
Il motto Lavoro e Preghiera, che ha lasciato il Venerabile Padre e Fondatore Don Bosco, inculca di continuo il dovere che si ha di congiungere all’operosità in vantaggio dei giovani l’incessante unione dello spirito con Dio, seguendo in ciò i mirabili esempi che Egli medesimo diede.
Il Santo Padre cominciando a leggere le parole Lavoro e Preghiera disse subito: “Lavoro e preghiera sono una cosa sola: il lavoro è preghiera, e la preghiera è lavoro; il lavoro non val nulla per l’eternità, se non è congiunto colla preghiera; e questa, perchè sia accetta a Dio, richiede l’esercizio di tutte le facoltà dell’anima. Il lavoro e la preghiera sono inseparabili e procedono di pari passo nella vita ordinaria; prima però la preghiera e poi il lavoro: ora et labora è sempre stata la parola d’ordine dei Santi, i quali anche in ciò si sono semplicemente modellati sugli esempi di N . S. Gesù Cristo. Perchè l’operosità sia vantaggiosa, deve andar congiunta con l’unione a Dio, incessante, intima…”.
Periodo di riferimento: 1922
F. Rinaldi, Lettera del Rettor Maggiore, in «Atti del Capitolo superiore della Società salesiana», 3 (1922), 15, 14-20.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB