Nei tempi nostri il Signore non tenne una via diversa da quella tenuta in antico. Che anzi, o fosse che ove abbondò l’iniquità volle che abbondasse la grazia, o che all’abisso dei nostri mali si richiedesse un abisso di misericordia, ci fornì di un aiuto poderoso sopra ogni altro, e che tutte sopravanza le altre misericordie.
Presentò, per dir tutto in una parola, agli uomini il suo Cuore Sacrosanto, disvelò i tesori preziosissimi che in Esso si contengono, ed allettando tutti a quell’Arca divina, offerse sicurezza e rifugio contro ogni pericolo, e volle destare o rinnovare in tutti il fervore della carità. Ma per avere in gran pregio e praticare con profitto la divozione a cotesto Cuore Sacratissimo conviene anzitutto comprendere bene com’essa è divozione di tutti i tempi; ed è là più sublime e la più profittevole delle divozioni. E’ la divozione di tutti i tempi. Essa in vero risale alla culla stessa del Cristianesimo. La SS. Vergine, la quale, come madre del Redentore, somministrò a Gesù la materia di cui è formato il suo Sacratissimo Cuore si può tenere come la prima e la più ardente adoratrice di questo Cuore divino. Anche San Giuseppe godeva certamente di stringersi Gesù al petto, ed i pastori ed i Magi, Anna e Simeone, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, le pie donne, i discepoli e gli Apostoli sentivansi senza dubbio spinti a Lui per dimostrargli il loro attaccamento ed il loro amore. E tra gli Apostoli in particolar modo si distinse S. Giovanni, il quale, ammesso da Gesù a posare il capo sul suo petto, trasse da quel Cuore adorabilissimo tesori inesauribili di amore e di grazie.
Periodo di riferimento: 1900
M. Rua, “Istruzione sulla divozione al Ss. Cuore di Gesù” in “Lettere circolari di Don Michele Rua ai salesiani“, Direzione generale delle opere salesiane, Torino 1965, 237-275.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB