Il testo in esame tratta della creazione del manuale “Pratiche di pietà in uso nelle case salesiane” nel 1916, con l’obiettivo di consolidare e uniformare le pratiche spirituali all’interno della Congregazione Salesiana.
L’estratto rivela che questo sforzo è stato guidato dal desiderio di mantenere intatte le tradizioni di Don Bosco e dai suoi successori, che vedevano le pratiche spirituali come un elemento chiave della vita religiosa salesiana.Tuttavia, il documento mette in evidenza le sfide legate alla tensione tra uniformità e adattamento locale. Mentre il desiderio di uniformità era forte, i membri della congregazione dovevano anche affrontare la realtà delle diverse culture e ambienti in cui operavano i salesiani. Questa tensione ha richiesto un equilibrio delicato tra il rispetto delle tradizioni e l’adattamento alle esigenze locali. Il processo di creazione del manuale è stato descritto attraverso la raccolta di opinioni da parte degli ispettori salesiani in tutto il mondo, riflettendo le complessità di mantenere l’unità nelle pratiche religiose in una congregazione globale. L’estratto sottolinea come questa iniziativa abbia cercato di preservare le radici salesiane, ma anche di rispondere alle sfide culturali e locali.
Periodo di riferimento: 1913 – 1916
P. Stella, Il manuale «Pratiche di pietà in uso nelle case salesiane» (1916). Momenti della sua
genesi, in La vita di preghiera del religioso salesiano (Lyon, 10-11 settembre 1968), Elledici, Leumann (Torino) 1969, (Collana: Colloqui sulla vita salesiana, 1), 185-201.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)