La Sicilia non conobbe gli orrori della guerra civile che devastò l’Italia continentale, ma subì pesantissimi bombardamenti prima e durante lo sbarco degli Alleati con le conseguenti distruzioni e vittime civili. Le sue maggiori città furono tra quelle che dovettero sopportare il più elevato numero di bombardamenti dal 1940 al 1943 (63 Catania; 50 Messina e Palermo). La popolazione risentì, inoltre, gravemente delle numerose perdite di militari sui vari fronti. Il fenomeno dei profughi, dei senza tetto, dei bambini della strada segnò anche questa terra e trovò le FMA quasi sempre in prima fila per garantire assistenza e sostegno a tutti i livelli, nonostante i danni subiti dalle loro case e il tributo di sangue pagato a Catania e a Palermo.
La consultazione dei documenti di archivio ha consentito una buona ricostruzione delle preoccupazioni educative e caritative delle FMA nell’Isola tra il 1943 e il 1949. Dedicheremo, quindi, un primo paragrafo alla descrizione delle attività meglio documentate per le varie case, poi uno alle colonie estive ed infine rivolgeremo un’attenzione specifica alle opere per le cosiddette bambine della strada nella casa ispettoriale di Catania e a Palermo, attraverso il coordinamento degli Oratori arcivescovili affidato dal cardinale Ruffini alle FMA.
Periodo di riferimento: 1943 – 1949
M.C. Ventura, “Le FMA di Sicilia: Educatrici nell’emergenza della guerra e del dopo guerra (1943-1949)” in “L’educazione salesiana in Europa negli anni difficili del XX secolo”, LAS, Roma, 2007, 297-310.
Istituzione di riferimento:
Associazione Cultori Storia Salesiana (ACSSA)