In questa lettera don Rua espone alcune impressioni ed alcuni pensieri che tendono al bene della Pia Società. Quando visitò le Case affidate dalla Divina Provvidenza, notò che ci fu grande venerazione e fiducia in don Bosco: il nuovo Rettor Maggiore, quindi, invita i suoi Salesiani a rimanere fedeli ad osservare le esortazioni, tradizioni ed esempi del compianto Padre Don Bosco.
Notò anche che le Case erano tutte ben avviate e colme di allievi, impegnate a seguire i propri doveri, ma trovò anche mancante il Canto Gregoriano. Il desiderio di don Rua, quindi, è che nei Collegi, Ospizi ed Oratori festivi s’insegni a tutti, studenti ed artigiani, il Canto fermo e invita i Maestri di Musica a studiare per poter insegnare al meglio il Canto Gregoriano.
Una cosa poi, che si è notata da parecchi dei Superiori nello scorso anno scolastico, è la frequenza di passeggiate in ferrovia per divertimento degli allievi. In questo ci vuole
molta discrezione. Far viaggiare in ferrovia è perdere quasi tutto il vantaggio delle passeggiate, è un divertimento da signori, da persone comode, ciò che non siam nè noi, nè gli allievi. Si veda adunque di tenersi all’uso antico delle Case, di fare a piedi lunghe passeggiate per divertimento degli allievi, ed anche queste in quantità limitata,
da non rendere divagati gli allievi stessi.
Periodo di riferimento: 1890
M. Rua, “Canto Gregoriano – Teologia e Cerimonie Passeggiate” in “Lettere circolari di don Michele Rua ai salesiani”, Direzione generale delle opere salesiane, Torino 1965, 51-57.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB