L’autore del “Vade mecum dei giovani salesiani“, don Giulio Barberis (1847-1927), che fu il primo maestro dei novizi salesiani, è una figura chiave per studiare la genesi e lo sviluppo della Congregazione, negli aspetti organizzativi, istituzionali e carismatici.
Costituito maestro dei novizi dopo l’approvazione delle Costituzioni (1874), ricoprì tale carica fino al 1900. La sua esperienza, maturata sotto la guida del Fondatore, lo spinse a riflettere sull’identità carismatica e sui caratteri specifici dell’ascesi e dello spirito della Congregazione, del quale diede una sintesi organica nel Vade mecum.
Il presente saggio studia le due prime edizioni del documento (1901; 1906) e le confronta tra di loro; ne identifica le fonti; mette in risalto i criteri di selezione, di organizzazione e di rielaborazione dei materiali usati dall’autore; infine presenta i tratti spirituali ed ascetici che emergono come caratterizzanti dell’identità salesiana, soffermandosi particolarmente sul tema dell’umiltà e sul valore edificante delle memorie dei confratelli defunti in esso inserite.
Indice:
- Genesi delle due prime edizioni del Vade mecum
- Fonti utilizzate
- Il lavoro di rielaborazione delle fonti
- Tratti di spiritualità e di ascesi salesiana entro il Vade mecum
- Il Vade mecum: rilievi finali
- CONCLUSIONE
Periodo di riferimento: 1901 – 1906
M. Fissore,” Il Vade mecum di don Giulio Barberis: spunti di indagine e sguardi d’insieme” in «Ricerche Storiche Salesiane» 31 (2012) 58, 11-63.
Istituzione di riferimento:
Istituto Storico Salesiano