Nel momento della canonizzazione di don Bosco (1934) la chiesa cattolica in Germania, oramai da oltre un anno, era esposta alla crescente ostile pressione dello Stato Nazionalsocialista. Le feste organizzate per tale circostanza trovarono in Germania una notevole partecipazione di popolo, specie di giovani.
Il loro significato, come quello di altre manifestazioni ecclesiastiche (pellegrinaggi, processioni), venne inteso come una sorta di espressione della disapprovazione cattolica nei riguardi della politica antiecclesiale repressiva del regime e anche come una forma di riconferma di fedeltà alla chiesa, al papa e ai vescovi. Nelle associazioni cattoliche giovanili la figura del nuovo santo riscontrò una forte popolarità, diventando un modello, una immagine di guida (“Führer”), oramai percepita e proposta nella pedagogia e nella pastorale contemporanea delle associazioni cattoliche. Tale immagine ovviamente contrastava con quella avanzata dall’ideologia dei nazionalsocialisti e perciò inasprì, a livello locale, gli ulteriori conflitti tra le strutture del nazionalsocialismo e la chiesa.
INDICE:
- Kennzeichnung der Lage der katholischen Kirche in Deutschland 1934/1936
- Die Feiern im Spiegel kirchlicher und jugendverbandlicher Presse
- Nationalsozialistische Reaktionen auf die Heiligsprechung Don Boscos
- Auswirkungen der Heiligsprechung auf junge Salesianer in Deutschland
- Verhallte das „Echo von St. Peter“ ?
Reference time period: 1934 – 1936
J. Wielgoß, Die heiligsprechung don Boscos folgenreich für deutsche salesianer unter dem nationalsozialismus, in «Ricerche storiche salesiane», 24 (2005), 46, 145-164.
Reference institution:
Istituto Storico Salesiano