Negli ultimi decenni, le trasformazioni radicali nei costumi e nella cultura sessuale, oltre che nelle metodologie educative, richiedono una rilettura dell’eredità pedagogica di Don Bosco per gli educatori salesiani. In passato, un rigido codice morale sostenuto dal consenso sociale si concentrava sull’interdizione dei comportamenti esterni riprovati, mentre oggi prevale una cultura permissiva che vede la sessualità come un’espressione personale o un bisogno fisiologico da esercitare liberamente. Questa nuova situazione presenta sfide e opportunità per l’educatore salesiano, che deve educare i giovani a una gestione umana e cristiana della sessualità e dell’amore.
Don Bosco, nonostante fosse influenzato dai condizionamenti storico-culturali del suo tempo, ha lasciato un’impronta educativa significativa. La sua concezione dello sviluppo umano e cristiano come lotta contro le forze del male morale e teologale, il protagonismo del giovane nel processo educativo e l’importanza della grazia divina sono elementi chiave della sua pedagogia. Tuttavia, la religiosità moralistica e la visione negativa della castità del suo tempo limitavano una piena valorizzazione dell’educazione all’amore. Nonostante queste limitazioni, l’Oratorio di Don Bosco era un ambiente sereno e felice, grazie alla flessibilità e ragionevolezza del fondatore. La personalità di Don Bosco, con il suo approccio pratico e adattabile, rappresenta un aspetto ancora attuale e imprescindibile della sua eredità educativa.
Indice
1. Per una rilettura di Don Bosco
2. Significato e obiettivi dell’educazione sessuale
3. Strategia di una autentica educazione sessuale
4. I soggetti attivi dell’educazione sessuale
Periodo di riferimento: 1980
G. Gatti, “Educazione della sessualità e dell’amore“, in “Progettare l’educazione oggi con Don Bosco“, a cura di Roberto Giannatelli, LAS, Roma 1981 (Spirito e Vita, 7), 125-151.
Istituzione di riferimento:
Facoltà di Scienze dell’Educazione UPS
