Il narratore esprime la sorpresa nel ricevere pagine che contengono l’attenzione e l’affetto di Don Bosco per i lombardi nel centenario della sua morte. Don Bosco, a sua volta, ha sempre apprezzato e amato i lombardi, visitando spesso Milano e mantenendo legami stretti con amici, allievi e parenti nella regione. Il narratore condivide l’affetto per Don Bosco, apprezzandone il dinamismo, la laboriosità e il grande amore per i giovani. Esprime inoltre la condivisione del metodo educativo di Don Bosco e del progetto di oratorio come centro per i giovani. Il narratore racconta di un forte bisogno di scrivere alle famiglie in vista del Santo Natale, desiderando visitarle personalmente come Gesù faceva durante il suo ministero terreno. Tuttavia, comprende che è impossibile visitare ogni famiglia individualmente e quindi opta per scrivere a coloro con cui riesce a stabilire un contatto più diretto, come gli ammalati, i carcerati e i giovani in cerca di vocazione. Trova piacere nello scrivere, considerandolo un modo semplice per comunicare vicinanza e condividere preoccupazioni con gli altri.
INDICE
- Don Bosco ci scrive
- A proposito di domande
- Carissimi in Gesù Cristo
- La società sarà buona se…
- Mi rivolgo a voi educatori: ai genitori, agli insegnanti, ai sacerdoti
- Aiutiamoli a essere uomini veri
- Aiutiamoli a rispondere alla loro vocazione
- Lasciatevi guidare dalla ragionevolezza
- E i castighi ci vogliono ancora?
- Una educazione religiosa autentica
- Carissimi ragazzi e giovani
- Carissimi tutti, carissime famiglie
Periodo di riferimento: 1815 – 1987
C. M. Martini, Don Bosco ci scrive, Centro Ambrosiano di documentazione e studi religiosi, Milano 1988.