Il testo discute la complessa situazione dell’educazione politica nella scuola italiana, come descritto da G.M. Bertin nel volume “Società e politica nella scuola italiana” che raccoglie gli atti di un convegno del 1975. Bertin esprime preoccupazione per il conflitto tra diverse ideologie presenti nella società e nella scuola, che rende difficile un’educazione politica costruttiva. Si evidenzia il contrasto tra pluralismo moderato e progressivismo radicale, e si sostiene che la mediazione non sia possibile in una società profondamente divisa come quella italiana. Si propone invece di educare gli studenti al confronto diretto e inevitabile della lotta di classe, anche se ciò comporta rischi di aggressività e violenza. Il testo suggerisce che l’analisi della situazione potrebbe essere limitata da una visione teorica riduttiva e che una comprensione più articolata potrebbe portare a soluzioni più efficaci. Si discute anche dell’importanza di inserire l’educazione politica in un contesto più ampio di rapporti sociali e istituzionali, e si propone un approccio che integri elementi di conservatorismo e progressivismo anziché adottare una “terza via” utopistica. Si conclude sottolineando la necessità di una proposta teorica radicata nell’umanità dell’uomo, che offra possibilità concrete di realizzazione adattabili a diverse situazioni spaziali e temporali.
Periodo di riferimento: 1975
P. Braido, “Politica dell’educazione e educazione politica” in «Orientamenti pedagogici», 23 (1976), 6, 919-957.