Le lettere ricevute sono riprova sempre più chiara dell’amore al grande Padre, alla Congregazione, ai Superiori. Da ogni parte infatti gli giungono manifestazioni di interessamento, di adesione incondizionata, di affetto, di offerta: tutti poi sono impazienti di essere messi a giorno delle vicende che riguardano da vicino la nostra Società. Il Pontificio Ateneo Salesiano, dopo le prove degli ultimi giorni di novembre, trasferì le due facoltà di Teologia e di Diritto Canonico all’istituto Missionario di Bagnolo Piemonte, mentre la facoltà di Filosofia e l’istituto di Pedagogia trovarono ospitalità accogliente a Montalenghe. I 180 aspiranti di Bagnolo passarono in gran parte a Castelnuovo Don Bosco e due gruppi a Penango e Ivrea. Anche lo Studentato Teologico di Chieri cedeva il posto a oltre duecento liceisti di Valsalice: i chierici si dividevano, desiderati e ricolmi di caritatevoli finezze, tra gli Studentati di Bagnolo, Bollengo e Monteortone. Si pensa, infatti che si potrebbe in tal modo, al ritorno di ore più liete, fare qualcosa di grandioso che contribuisca a rigiocondare le anime, a riaffratellare i cuori, a protestare a Dio più sentitamente la nostra riconoscenza e, con ringagliardita volontà, il proposito di volerlo servire con opere che attirino più abbondanti sulla nostra Congregazione le benedizioni celesti. E così avvenne che il mattino del 27 e del 28 dicembre, nell’intimità della famiglia, furono trasportati alla borgata natia i Corpi gloriosi del nostro Padre, della Beata Maria Mazzarello e del Venerabile Domenico Savio. Fu immensa la commozione che pervase tutti i cuori allorché, in nome dei Superiori del Capitolo e del Consiglio Generalizio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con parole interrotte dai singhiozzi, egli affidò la custodia di quanto la Famiglia salesiana ha di più caro alla Comunità e ai giovani di quella Scuola del Libro, resa più numerosa dagli aspiranti dell’istituto C. Rebaudengo colà traslocati. Sono scene delle quali rimarrà incancellabile il ricordo, più ancora che nella mente, nel cuore. Pietro Ricaldone, infine, fa tre brevi raccomandazioni. In primo luogo, di fronte ai moltiplicati bisogni, è necessario raddoppiare il lavoro. Come già disse in non pochi casi, le opere si dovettero sdoppiare, mentre il personale restava il medesimo. Gli consta, e grandemente lo conforta, sapere che la soluzione al grave problema è già stata trovata. Altro motivo di conforto è lo spirito di adattamento anche ai maggiori disagi. In secondo luogo, non bisogna rallentare il ritmo degli sforzi per accrescere il numero delle vocazioni. Cessato il conflitto, sarà immenso il nuovo campo aperto alle conquiste dei Figli di S. Giovanni Bosco. Giova pertanto svolgere un duplice lavoro. Rafforzare la vocazione con più intenso spirito di preghiera, con un controllo più vigile dell’operare mediante accurati esami di coscienza, con una pratica sempre più cosciente dell’umiltà. Infine, raccomanda con più forte insistenza la carità. Bisogna studiarla, approfondirne la conoscenza, scendere a individuarne le vie e i mezzi per tradurla in pratica. Regina delle virtù essa esercita su tutte particolare influenza, vivificandole del suo amore, rendendole più leggiadre e care con le irradiazioni de’ suoi celesti splendori. Essa è la vera radice di tutta la vita cristiana, religiosa e salesiana, e con il suo succo vitale ne accelera lo sviluppo, ne rende giocondi i fiori, salutari i frutti.
Indice
- Manifestazioni di amore alla Congregazione
- Notizie di famiglia
- Provvidenziale traslazione alla borgata natia di S. Giovanni Bosco, della B. Maria Mazzarello, del Servo di Dio Domenico Savio
- Tre raccomandazioni: intensificare Il lavoro, fomentare le vocazioni, accrescere la carità.
Periodo di riferimento: 1942
P. Ricaldone, “Lettera del Rettor Maggiore” in «Atti del Capitolo superiore della società salesiana», 22 (1942), 114, 207-211.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB