L’attuale importante espansione missionaria della congregazione salesiana offre un campo privilegiato per verificare l’ipotesi presentata da Guy Avanzini di una “diffusione sempre più ampia” dei modelli educativi “pre-testati” a Torino da parte di Giovanni Bosco, e di apprezzarne le più o meno flessibilità di adattamento nei più diversi contesti culturali. Questa analisi inizierà necessariamente da un ricordo molto sommario della vocazione missionaria della congregazione, voluta dal suo fondatore. Ci chiediamo quindi quale risposta il sistema preventivo porti a queste folle di giovani, divisi tra la doppia cultura dell’ambiente ancestrale e la modernità invasiva che genera tutte le dispute e tutti i rifiuti. I salesiani si sono limitati a trasporre il modello del secolo scorso fuori dall’Europa o l’hanno adattato dall’osservazione generale dell’insufficienza della scuola alle nuove esigenze della formazione dei giovani? Oltre a ciò, riprendendo questa nozione centrale di “Péducabilité” di ogni giovane, qualunque sia il suo background culturale, lo avvicineremo agli sforzi fatti per “radicare il Vangelo”. Dovrebbe aiutarci a capire meglio i meccanismi di “inculturazione” e a discernere meglio le condizioni del suo maggiore o minore successo.
Reference time period: 1975 – 1984
J. Gadille, “Missions salésiennes et inculturation” in «Ricerche Storiche Salesiane», 9 (1990) 16, 211-224.
Reference institution:
Istituto Storico Salesiano