In questo scritto, Don Giovanni Bosco rivolge un messaggio ai suoi confratelli riguardo la tradizione di pubblicare annualmente le biografie dei membri defunti della congregazione. A causa di circostanze inevitabili, tale usanza era stata interrotta l’anno precedente, ma ora riprende con l’intento di completare le biografie mancanti degli anni passati e includere quelle dei primi confratelli deceduti.
Bosco sottolinea l’importanza di queste biografie come fonte di ispirazione e sprone al bene, richiamando il detto di Sant’Agostino: “si ille, cur non ego?” (se lui, perché non io?). Egli incoraggia i confratelli a seguire l’esempio delle virtù dei defunti, riconoscendo che, pur avendo affrontato difficoltà e tentazioni, riuscirono a santificarsi. Infine, esorta alla rassegnazione serena di fronte alla morte dei confratelli, vedendo in essa un’opportunità per conoscere meglio le loro virtù e ottenere protezione celeste.
Indice
- Prefazione
- Il Ch. Arata Giovanni
- Giuseppe Stra
- Il Ch. Casimiro Nicco
- Il Sac. Vincenzo Reggiori
- Il Ch. Giovanni Battista Fauda
- Il Ch. Salvatore Carra
- Il Ch. Zappelli Francesco
- Il Ch. Ascritto Luigi Gamerro
- Il Ch. Repetto Lorenzo
Periodo di riferimento: 1851 – 1884
G. Bosco, Biografie dei salesiani defunti negli anni 1883 e 1884, Torino, Tipografia salesiana, 1885.
Disponibile anche in: Opere Edite, Roma, LAS, 1977, vol. XXXVI, pp. 5-136.
Istituzione di riferimento:
Centro Studi Don Bosco