Per sconfiggere l’indifferenza in materia religiosa e orientare il popolo ad accettare la sola religione vera e salvatrice, ossia la religione cattolica guidata dal papa di Roma, don Bosco si fece apologeta. Condensò in brevi Avvisi ai cattolici (1850) e sviluppò nell’opuscolo II cattolico istruito (1853) un insegnamento sulla «vera religione» allora ordinario in ambiente cattolico. Don Bosco pensava che l’indifferenza, malattia dell’anima, si cura. L’esortazione a uscirne è utile, ma il comportamento virtuoso dell’ammalato è particolarmente efficace. All’indifferenza, si opporrà innanzitutto la devozione. Le pratiche divozionali, che collocano correttamente l’anima dinanzi a Dio e al suo destino, correggono l’indifferenza in materia religiosa
INDICE
- 1. L’indifferente volgare, confessionale o dogmatico
- 2. L’apologetica di don Bosco: l’indifferenza è irragionevole
- 3. L’osservazione decisiva: l’indifferenza religiosa è suicida
- 4. Le esortazioni agli indifferenti
- 5. Il trattamento dell’indifferenza
- 6. Creare e mantenere un clima contrario all’indifferenza
- 7. Riflessioni su una pastorale
Periodo di riferimento: 1850 – 1888
F. Desramaut, “Don Bosco e l’indifferenza religiosa” in “I giovani fra indifferenza e nuova religiosità. Situazione e orientamenti”, Leanyfalu, Budapest, 25-28 agosto 1994, Elledici, Leumann (Torino) 1995, (Collana Colloqui Internazionali sulla Famiglia Salesiana, 17), 143-160.