Dovendo venire in Toscana e a Firenze, implorato dall’Arcivescovo e dalla Commissione della Società Cattolica Operaia, per precisare i termini della reciproca collaborazione a favore dell’opera impiantata già dal 6 marzo 1881 in Via Cimabue, don Bosco vuole accanto don Rua, già presentendo in cuore che trattare con i fiorentini non fosse cosa agevole, e da notizie e informazioni giunte da amici di Firenze, deducendo l’incertezza dei termini e la necessità di fare chiarezza sul perché i Salesiani erano venuti a Firenze e sulle condizioni del loro rimanere. Don Bosco voleva che don Rua sapesse e si rendesse conto de visu delle difficoltà di un’Opera di incerto sviluppo e lo aveva incaricato di “spigolare” per la casa di Firenze, oltre a don Faustino Confortola, ex parroco e salesiano da appena due anni, un coadiutore e un chierico.
Indice
- 1. Firenze (1881)
- 2. Da Lucca a Collesalvetti (1893)
- 3. La richiesta del vescovo di Grosseto nel 1881
- 4. Pisa (1896)
- 5. Livorno (1898)
- 6. Pistoia (1902-1906)
- 7. Figline (1899)
- 8. Firenze
- 9. A Firenze: vicenda dolorosa con don Febraro
- Ultimi fatti per concludere
Periodo di riferimento: 1881 – 1899
A. Miscio, Don Michele Rua e la Toscana, in G. Loparco – S. Zimniak (eds.), Don Michele Rua primo successore di Don Bosco. Tratti di personalità, governo e opere (1888-1910), Atti del 5° Convegno Internazionale di Storia dell’Opera Salesiana Torino, 28 ottobre – 1° novembre 2009, LAS, Roma, 2010, 609-633.
Istituzione di riferimento:
Associazione Cultori Storia Salesiana (ACSSA)