L’articolo analizza criticamente due problematiche diffuse nelle comunità religiose, con un’attenzione particolare alla Famiglia Salesiana: la mancanza di risultati soddisfacenti nonostante gli sforzi per formare comunità e la limitata efficacia degli aggiornamenti che rimangono a livello culturale senza generare cambiamenti di atteggiamento.
La definizione di comunità include la convergenza verso obiettivi collaborativi, un forte senso di appartenenza basato su valori condivisi e la coesione risultante. Si esplorano i modelli di comunicazione nella comunità, evidenziando il ruolo dell’animatore nel promuovere comunicazioni non manipolate. Sono esaminati i fattori di pressione e manipolazione che possono influenzare le comunicazioni, con un’applicazione pratica su modelli centralizzati. In conclusione, si riflette sull’influenza delle comunicazioni nel promuovere cambiamenti di atteggiamento e sulla responsabilità dell’animatore nel favorire una comunicazione democratica e decentralizzata.
Indice
- Premesse
- Quale comunità?
- La comunicazione nella comunità
- Reti-canali di comunicazione nella comunità
- Problemi pedagogici
- L’animatore come stimolo a comunicazioni non manipolate
- Appendice: uno strumento per l’analisi delle interazioni
Periodo di riferimento: 1970 – 1976
R. Tonelli, “Comunicazione e comunità. Analisi strutturale e riflessione pedagogica. Comunicazione“, in “La comunicazione e la famiglia salesiana“, Eveux presso l’Arbresle (Francia), 22-27 agosto 1976, Elledici, Torino-Leumann 1977 (Colloqui sulla Vita Salesiana, 8), 201-209.