L’autore innanzitutto contestualizza la decisione di don Bosco di aprire nell’Oratorio una scuola ginnasiale e di svilupparla organicamente in riferimento alle leggi dello Stato (legge Casati). Presenta gli sviluppi della scuola dell’Oratorio nella dialettica con le richieste dei Provveditori; parla degli insegnanti dell’Oratorio, della loro preparazione accademica e delle discussioni su scuola pubblica e scuola privata e sul metodo d’insegnamento che caratterizzarono quel contesto storico. Vengono poi presentate le “proposte” della scuola di Valdocco: gli autori da leggere, i libri di testo adottati, i programmi di insegnamento, le due grammatiche di don Durando per l’insegnamento del latino e le grammatiche greche del Pechenino e del Garino; i vocabolari di lingua latina del Durando; le attività parascolastiche come le accademie e le commedie. Si conclude con una presentazione critica delle iniziative editoriali salesiane per la scuola e la cultura: la collana dei classici latini e la collana degli scrittori cristiani.
Indice
- La scelta di don Bosco per la scuola – p. 143
- Gli insegnanti dell’Oratorio e il mondo accademico torinese – p. 150
- Le “proposte” della scuola di Valdocco – p. 156
- Iniziative editoriali per la scuola e la cultura – p. 173
Periodo di riferimento: 1854 – 1888
G. Proverbio, “La scuola di don Bosco e l’insegnamento del latino (1850-1900)”, in Francesco Traniello (a cura di), “Don Bosco nella storia della cultura popolare”, Torino, SEI-Società editrice internazionale, 1987, 143-185.