Don Bosco e generalmente anche i suoi prossimi collaboratori hanno cercato di applicare consapevolmente e fedelmente il sistema preventivo nell’educazione. Esso richiede l’assistenza costruttiva ed anche ‘impeditiva’ (preveniente per mezzo di misure impeditive) come pure la ragione(volezza), la pratica religiosa, i rapporti amichevoli e benevoli.
Ciononostante essi hanno incontrato regolarmente muri di rifiuto, ragazzi intrattabili, comportamenti di indisciplinatezza incorreggibili. In tali circostanze si videro costretti a ricorrere comunque a determinate forme di castigo.
Indice
- I. Dalla vita nell’ambiente di Valdocco rilevo soltanto alcuni episodi
- 1.1 Una Buona notte del 1863
- 1.2 I prossimi collaboratori di Don Bosco nel 1871 e nel 1866
- 1.3 Un’importante dichiarazione di principio dello stesso Don Bosco nel 1877
- 1.4 Influsso di questo capitolo sui prossimi collaboratori
- II. Breve rassegna della questione se e in che misura l’opera di P.A. Monfat potrebbe aver influenzato i salesiani
- 2.1 Un lavoro rimasto sconosciuto fino al 1935
- 2.2 Il vero redattore del testo
- 2.3 Alcuni dati per conoscere meglio la figura di G.B. Francesia
- 2.4 Accento principale nella ricerca circa le fonti e la pubblicazione del documento (A) del contributo di J.M. Prellezo
- 2.5 Rimandi a idee, direttive ed espressioni tipiche di Don Bosco
Periodo di riferimento: 1863 – 1935
R. Biesmans, “La ragione(volezza) e il punto delicato dei castighi nel processo educativo“, in “Forum salesiano“, 16/01/2020, <https://sites.google.com/site/forumsalesianoitaliano/documenti/valdocco-torino-2013>. (Ultima consultazione: 17/05/2024).