Il tipo del Besucco è appunto fatto per dimostrare questo assunto o programma: giacché la santità del giovanetto è già costrutta, se anche non giunta all’ultima finitura, nella vita di famiglia e del paese, prima di venire da Don Bosco, dove si trattiene soli cinque mesi, per essere chiamata al compimento del suo amore.
Il valore documentario, che abbiamo detto, di questa Vita è in questo dimostrare come si fa ad essere santi da giovanetti, dovunque si viva, purché si viva e ci si conduca secondo il programma di santità che Don Bosco ha proposto ed inculcato alla gioventù. In tal senso la vita del Besucco é un documento a sé, come preziosissimo e capitale insegnamento. Del Besucco noi non possiamo sapere che cosa Don Bosco n’avrebbe fatto col tempo : sta il fatto ch’egli non pensò a cambiarne la fisionomia, e non pensò che a perfezionarne i lineamenti. E cosi come é rimasto morendo, é proprio come si rivelò agli occhi di quanti lo videro : e cioè la sua figura spirituale si offre in « una straordinaria bellezza, con fattezze molto più gentili e leggiadre » che forse non apparivano nel corso della vita.
Periodo di riferimento: 1854 – 1934
A. Caviglia, “La «vita di Besucco Francesco» scritta da D. Bosco, e il suo contenuto spirituale“, in «Salesianum», 10 (1948), 2, 257-287.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)