L’opera e la figura di Don Bosco sono esaminate sotto una luce che ne esalta la grandezza e la rilevanza nel contesto sociale contemporaneo. Paragonato a una vetta maestosa che può essere apprezzata appieno solo da lontano, Don Bosco rappresenta un esempio di come il tempo confermi e amplifichi l’importanza delle grandi opere. La sua intuizione e il suo spirito d’intrapresa lo portarono a rivolgersi principalmente ai giovani lavoratori e ai figli dei lavoratori, anticipando i tempi e riconoscendo l’importanza del lavoro nella futura evoluzione sociale.
Don Bosco credeva fermamente nella cristianizzazione del lavoro come mezzo per prevenire la rivoluzione sociale e favorire l’armonia tra le classi. Fondò oratori festivi, laboratori e scuole professionali per formare i giovani a una vita cristiana e lavorativa, creando un modello di educazione che unisse istruzione morale e pratica. La sua visione inclusiva e democratica si concretizzò anche nella creazione del laicato religioso operaio, rappresentato dai coadiutori salesiani. L’autore, Alberto Caviglia, sottolinea l’importanza di non lasciarsi distrarre dalla varietà delle imprese di Don Bosco, ma di riconoscere l’unità organica del suo operato, tutto volto alla rigenerazione morale e sociale dei giovani lavoratori. La sua opera continua a essere attuale e in sintonia con le necessità e le aspirazioni del presente, dimostrando una vitalità che va oltre il semplice ricordo storico.
Periodo di riferimento: 1830 – 1890
A. Caviglia, “Don Bosco e i bisogni sociali dell’epoca”, in «Salesianum», 10 (1948), 3, 351-357.
Istituzione di riferimento:
Università Pontificia Salesiana (UPS)