“Già l’anno scorso avrei dovuto e voluto indirizzarvi la presente circolare; ma voi sapete bene quale fosse allora lo stato delle comunicazioni nel mondo intero. L’argomento però non era così strettamente legato a quella data da non poterlo trattare anche ora: mi accingo pertanto a parlarvene in conformità a quanto annunziai nel N. 126 degli Atti del Capitolo. Nel 1944 si compivano cento anni dacché Don Bosco, pubblicando la Vita di Luigi Comollo e un opuscolo sui Sette dolori di Maria, inaugurava quel suo apostolato della stampa, al quale avrebbe dedicato per più di trent’anni la forza dell’ingegno, il suo spirito d’iniziativa e l’ardore del suo zelo sacerdotale.
Come dunque altre ricorrenze centenarie del nostro santo Fondatore abbiamo commemorate negli ultimi tempi, così non va neppur questa passata sotto silenzio; è doveroso anzi pigliarne occasione per mettere in bella luce quanto abbia fatto Don Bosco nel campo della buona stampa e per vedere che cosa convenga a noi di fare in proposito, se desideriamo seguirne gli esempi, continuando l’opera sua nelle forme rispondenti alle condizioni e ai bisogni della società in cui viviamo”.
Ciascuno si persuada della somma importanza dell’apostolato della stampa: è la stampa che oggi più che mai domina il mondo. Di gran bene o di gran male essa è apportatrice, secondochè rispetta o no la legge di Dio, l’autorità della Chiesa e la coscienza cristiana. Don Bosco assegnò in questo campo un compito preciso, dal quale non si può esimere senza venire meno a un dovere rilevante della missione nel mondo.
Ciascuno ritenga essere suo stretto obbligo di contribuirvi volenterosamente nella misura delle proprie forze. Non faccia velo a nessuno una mal intesa modestia e meno il desiderio di dedicarsi con preferenza a qualche studio od occupazione geniale. Quando la casa è in fiamme tutti devono apportare all’opera salvatrice il loro concorso. In ogni caso i religiosi hanno la fortuna di trovare nell’obbedienza la sicura direttiva del loro operare: all’obbedienza dunque si affidino tutti e non avranno a pentirsi.
Nè si pensi che si possa lavorare per la gioventù solo stando in mezzo ai giovani: chi si occupi di stampare libri, riviste, libretti, foglietti a vantaggio dei giovani è moralmente in mezzo di essi tanto quanto il maestro, gli assistenti e i capi che ne hanno diretta cura nella scuola, o nei laboratori, nei campi, nelle diverse assistenze.
Infine, Don Ricaldone persuase che « ogni ottima cosa data e ogni dono perfetto viene dal Cielo e scende dal Padre dei lumi » nessuno ricusi di cooperare alla santa crociata con l’ausilio della preghiera. Quante volte è già avvenuto che splendidi trionfi nell’apostolato del bene traessero origine da umili preghiere di anime buone, ignorate dagli uomini, ma ascoltate da Dio!
Periodo di riferimento: 1944
P. Ricaldone, Un centenario e l’apostolato della buona stampa, in «Atti del Capitolo superiore della Società salesiana», 24 (1944), 125, 3-312.
Istituzione di riferimento:
Direzione Generale SDB